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Maradona story

El Pibe de Oro

Inizia la storia

La nascita e gli inizi

Nato in un quartiere povero di Buenos Aires, Maradona inizia a giocare nelle strade e poi con la squadretta allenata dal padre.

Nasce Maradona

Maradona nasce nel poverissimo sud di Buenos Aires, tra il Riachuelo e Palermo, con la Boca come centro popolare, e Barracas sul lato opposto del Riachuelo era cresciuto il mito Diego Armando Maradona, nato a Lanús.
 


È il terzo dei sette figli nati dall'unione di Don Diego (1928-2015) e Doña Dalma (1930-2011). Il padre disse appena lo vede dice: «Questo è un maschio, puro muscolo».
Uno tra i migliaia di ragazzini dei quei quartieri di Buenos Aires, i "cebollitas" (cipollette), piccolini, tarchiati, con una fitta chioma nera.
Maradona detto "El Pelusa" riuscì a dimostrare fin da bambino di essere nato con una dote particolare per il calcio, tanto da riuscire a giocare a 10 anni nella squadra giovanile dell'Argentinos Juniors.


Maradona inizia a giocare a calcio nella squadra del padre, l'Estrella Roja, di cui Diego era il talento più apprezzato. L'acerrima antagonista era la squadra del miglior amico di Maradona: Goyo Carrizo.

le giovanili dell'Argentinos Juniors

A 10 anni entra a far parte nelle giovanili dell'Argentinos Juniors di Buenos Aires, la squadra giovanile dell'Argentinos. Il suo primo allenatore è Francisco Cornejo, che all'inizio non crede alla giovane età di Maradona (gli richiede un documento, che però non aveva con sé al momento del provino). Con lui in rosa, la squadra giovanile raggiunse una striscia di 136 risultati utili consecuti

L'esordio nella serie A argentina

Il 20 ottobre del 1976 a 16 anni gioca la prima partita nella Serie A argentina con la maglia dell' Argentinos Juniors contro il Talleres de Córdoba, entra all'inizio del secondo tempo con la maglietta numero 16 al posto di Giacobetti.

Il primo gol

Un mese dopo segna il suo primo gol a Lucangioli, portiere del San Lorenzo di Mar del Plata, siglando una doppietta.

I primi successi

Maradona passa al Boca Juniors ed esordisce in nazionale ma la consacrazione arriva con il passaggio al Barcellona allenato da Menotti

Il debutto in nazionale

Debutta con la maglia della nazionale argentina contro l'Ungheria, Maradona ha solo 17 anni e già gioca in nazionale.
A 18 anni Maradona è già un idolo per la sua gente, ma l'allenatore dell'argentina Cesar Menotti non lo convoca per il mondiale del 1978 ritenendo che sia ancora troppo giovane per una manifestazione di quel calibro.

Capocannoniere

È capocannoniere del Campionato Metropolitano con 22 reti.

Primo gol in nazionale

Nel 79 segna il suo primo gol in nazionale, contro la Scozia a Glasgow e guida l'Argentina alla vittoria della Coppa del Mondo giovanile in Giappone segnando anche su calcio di punizione nella finale vinta 3-1 contro l' URSS.

Capocannoniere del Campionato Metropolitano.

Capocannoniere del Campionato Nazionale.

Campione del Mondo juniores con la nazionale argentina.

"Olimpia de Oro" al Miglior calciatore argentino dell'anno.

Scelto dalla FIFA come Miglior Calciatore dell'anno in Sudamerica.

Ottiene il Pallone d'Oro come Miglior Calciatore del momento.

Al Boca Juniors

Nel 1981 a 20 anni passa al Boca Juniors, con un conguaglio di 2 milioni di dollari e svariati giocatori. Un infortunio lo ferma per quattro giornate, ma al suo rientro segna 28 gol in 40 partite e guida il Boca Juniors alla vittoria del Campionato Metropolitano di Apertura 1981.

In questo periodo Maradona decide di avvalersi di un manager, assumendo Jorge Czisterpiler, a cui si appoggia per essere difeso dalla marea di giornalisti, uomini politici e dirigenti calcistici che sono interessati al caso.

Capocannoniere del Campionato Nazionale.

Riceve il Trofeo Gandulla come Miglior Calciatore dell'anno.

Campione di Argentina con il Boca Juniors.

L'arrivo al Barcellona

Josep Lluis Núñez, ricco presidente del Barcellona che vuole comprare tutti i migliori calciatori sul mercato, riesce a completare una grandissima squadra con l'acquisto di Maradona. A causa di problemi economici infatti, il Boca Juniors dovette privarsi di Maradona, non essendo in grado di pagare il suo trasferimento definitivo.

Il costo del trasferimento è di un miliardo e duecentomila peseta spagnole (pari a circa dodici miliardi di lire). L'ufficializzazione arriva solo dopo i Mondiali del 1982, disputati proprio in Spagna e per i quali Maradona - al contrario di quattro anni prima - viene convocato.

Il Mundial

Maradona venne convocato per i Mondiali del 1982, disputati in Spagna. Complessivamente colleziona 5 presenze con 2 gol, venendo anche espulso contro il Brasile all'85' minuto per un fallo di reazione su João Batista da Silva.

Famoso il suo duello con il difensore Claudio Gentile nella partita Italia-Argentina vinta dall’Italia per 2 a 1.

Il Barcellona di Menotti

La stagione 1983-1984, con César Luis Menotti sulla panchina del Barça, comincia bene: a settembre, alla prima partita di Coppa delle Coppe contro la squadra tedesca dell'FC Magdeburgo, Maradona segnò una tripletta e la partita terminò 5-1. Alla quarta giornata di campionato, durante l'incontro fra Barcellona e Athletic Bilbao, mentre la partita era sul 4-0 a favore del Barça, Maradona subisce l'infortunio piú grave della sua carriera quando Andoni Goicoechea, difensore dell'Athletic Bilbao, gli frattura la caviglia sinistra e gli rompe il legamento. Questo infortunio gli causerà per sempre la perdita del 30% della mobilità della caviglia.


I problemi e la droga

In questo periodo è molto discontinuo, e Menotti soddisfa tutti i suoi capricci, permettendogli pure di allenarsi al pomeriggio invece che di mattina.
Giustifica questa cosa dicendo «Le partite si giocano la mattina o il pomeriggio? Il pomeriggio. Allora ci si allena il pomeriggio», ma in realtà vuole mascherare la vita notturna del calciatore.
Maradona vuole andarsene dalla Spagna, è in crisi ed in una carente situazione economica, comincia una grave lite con la società che lo costringe a comportarsi sempre peggio, il tenore di vita suo e del suo clan di amici lo lasciano senza soldi ed il fallimento di Czisterpiler come intermediario lo porta alla rovina; tanto da dover prendere soldi in prestito dall'allenatore Menotti.

Come ha ammesso nella sua autobiografia pubblicata nel 2000, inizia a far uso di droga.

Vince la Coppa del Re con il Barcellona.

Il rientro dall'infortunio

Rientra dall’infortunio all'inizio del 1984, grazie alle cure del suo medico di fiducia Ruben Dario Oliva. Maradona conduce il Barcellona a sei risultati utili consecutivi, fino a quando una sconfitta di 2-1 contro il Real Madrid ferma i blaugrana. Intanto a marzo nella Coppa delle Coppe il Barcellona contro il Manchester United vince 2-0 la gara d'andata, ma il 3-0 del ritorno per gli inglesi lo condanna all'eliminazione.

La stagione 1983-1984 vide di nuovo il Barça lontano dal primo posto nella Liga. Maradona gioca 16 partite in cui segna 11 gol. A maggio nella finale di Coppa del Re fra Barça e Athletic Club, Maradona rincontra Goicoechea. Alla fine della partita, vinta dal Bilbao per 1-0, Maradona si avventa contro il giocatore basco, innescando una rissa tra le due squadre.

L'arrivo in Italia

Maradona passa dal Barcellona al Napoli dove inizia il periodo d'oro della sua carriera

Il passaggio al Napoli

Firma per la società calcio Napoli, acquistato per 13 miliardi e mezzo di lire. Il contratto viene firmato senza che il Napoli avesse la liquidità per regolarizzare l'acquisto; il denaro viene versato solo in un secondo momento.

La presentazione al S. Paolo

Il 5 luglio del 1984 è un giorno indimenticabile per i napoletani, allo stadio San Paolo, gremito da 80.000 persone, c'è la presentazione ufficiale del calciatore, el Pibe de Oro, qualche palleggio, poi lancia il pallone sugli spalti e poi comincia una grandissima festa.

In Italia Maradona si affida alla gestione di un nuovo manager, Guillermo Esteban Coppola che cancella tutti gli errori del suo predecessore e comincia da capo curando soprattutto l'immagine del calciatore e guadagnando per se una vera miniera d'oro...

Prima stagione in serie A

Pallonetto da 30 metri Napoli-Lazio 24/02/1985

Nella prima stagione di Maradona, il Napoli non è ancora una grande squadra e raggiunge una posizione di centro classifica. Il giocatore comunque dimostra tutta la sua classe e alcuni suoi gol rimangono un esempio di tecnica calcistica.

La stagione 1985/86


Punizione dentro l'area contro la Juve 3 novembre 1985

Nella stagione 1985/86 Maradona a Napoli è discontinuo e non riesce a regalare che qualche sua giocata. La squadra comunque è in crescita e ottiene il terzo posto.

La vittoria ai mondiali in Messico

Nel mondiale in Messico segna 5 gol e realizza 5 assist nelle 7 partite giocate nel torneo, tutte vinte, tranne l'1-1 contro l'Italia nella prima fase a gironi.


Argentina - Inghilterra 22/06/1986

Contro l'Inghilterra nei quarti mette a segno uno dei gol più discussi della storia del calcio, segnando con la 'Mano di Dio'. Segna poi lo strepitoso 2-1 dopo aver dribblato tutti gli avversari che provarono ad ostacolarlo nella sua corsa dalla linea di centrocampo alla porta difesa da Peter Shilton e porta la sua nazionale alla vittoria nella finale, 3-2 contro la Germania Ovest. Il gol contro l’Inghilterra è considerato il Gol del Secolo. È stato inoltre votato come il più grande gol nella storia della Coppa del Mondo, in un sondaggio indetto dalla FIFA.

Il figlio Diego Maradona

Nasce Diego Maradona, da una relazione di Maradona con Cristiana Sinagra. La madre inizia una causa in Italia perché Maradona riconosca la paternità di suo figlio.

Lo scudetto al Napoli

Nel 1987 fa il regalo più grande alla città di Napoli, porta una squadra mediocre alla vittoria del primo scudetto. Questo segnerà per sempre la presenza di Maradona nel cuore dei tifosi.


Il Napoli infatti vince il suo primo scudetto nel campionato 1986/1987 (allenatore Ottavio Bianchi) battendo dopo trentadue anni la Juventus al "Comunale" di Torino.

Il 10 maggio 1987 il Napoli pareggia per 1-1 la partita casalinga con la Fiorentina e conquista matematicamente il suo primo scudetto. Il Napoli vince anche la sua terza Coppa Italia, vincendo tutte le 13 gare, comprese le due finali disputate contro l'Atalanta. L'accoppiata scudetto/coppa è un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al Grande Torino ed alla Juventus.


Maradona gioca a calcetto

Secondi dopo il Milan

Nel campionato 1987-1988 Maradona ed il Napoli è una delle squadre più forti al mondo, ma non riesce a rivincere lo scudetto perdendo sei punti nelle ultime partite con quattro sconfitte nelle ultime cinque. Alcuni giocatori del Napoli sono accusati di aver venduto lo scudetto al Milan.
L'accusa ricade anche su Maradona, che è capocannoniere con 15 reti e, ad accusarlo, è un membro del suo club, Pietro Pugliese. L’accusa è di fare uso di droga, di essere un narcotrafficante, di avere contatti con il clan Giuliano e di aver steso un patto con la camorra napoletana per non far vincere lo scudetto al Napoli. La motivazione sarebbe che in caso di vittoria dello scudetto da parte dei partenopei, il clan avrebbe perso decine di miliardi nelle scommesse clandestine, accuse che successivamente si riveleranno infondate.

La coppa UEFA


Stoccarda - Napoli 3-3

Maradona tuttavia resta al Napoli, contrariamente ad altri suoi colleghi, e nel 1989 porta la squadra alla vittoria della coppa UEFA battendo in finale lo Stoccarda (2-1 all'andata e 3-3 al ritorno), al secondo posto in campionato dietro all’Inter di Trapattoni e in finale di Coppa Italia. È la prima vittoria europea per gli azzurri, e Napoli è di nuovo in festa.

Maradona è quasi sul punto di trasferirsi all'Olympique Marsiglia ma il presidente del Napoli Corrado Ferlaino blocca la trattativa.

Quando va in vacanza in argentina nell'Agosto del 1989, trascorre più tempo del dovuto, resta fuori per due mesi e minaccia di non tornare al Napoli, torna in Italia a campionato iniziato.

Vince la Coppa UEFA con il Napoli.

Il secondo scudetto

Il Napoli, guidato dal nuovo allenatore Albertino Bigon, riesce a vincere il secondo scudetto il 29 aprile del 1990. Esplode la terza festa azzurra, e Diego Armando Maradona diventa il dio di napoli, venerato più dello stesso San Gennaro.


Interviste di Galeazzi e Maradona nello spogliatoio.

I mondiali in Italia

Nel 1990 gioca il mondiale in Italia come capitano. L'Argentina gioca il suo girone a Napoli, dove Maradona è osannato dai tifosi, mentre sugli altri campi è fischiato. Elimina l'Italia ai rigori, sotto gli occhi di uno stadio che tifa per metà l'Argentina di Maradona, cosa che gli Italiani non perdoneranno mai al calciatore.

Nella gara decisiva, a Roma, l'Albiceleste perse contro la Germania Ovest per 1-0 con un penalty trasformato da Andreas Brehmeall'85', a seguito di un fallo di Néstor Sensinisu Rudi Völler. In quest'occasione, Maradona si rese protagonista di un discusso episodio extracalcistico: prima della partita, il pubblico dell'Olimpicofischiò l'intera esecuzione dell'inno nazionale argentino e il giocatore, ripreso dalle telecamere, rispose con l'esclamazione «hijos de puta» (in lingua italianafigli di puttana) rivolta agli spalti.

Campione d'Italia con il Napoli.

Ottiene il Premio Konex di Brillante per la sua abilità sportiva.

Secondo posto nella Coppa del Mondo.

Nominato Ambasciatore dello Sport dal Presidente dell'Argentina.

Vince la Supercoppa Italiana con il Napoli.

La squalifica per doping

Il 17 marzo del 1991 dopo la partita Napoli-Bari Maradona viene dichiarato positivo al controllo antidoping, ha fatto uso di cocaina, e viene squalificato per 15 mesi dai campi di calcio.
Quaranta giorni più tardi viene trovato in un appartamento di via Franklin, viene arrestato e incriminato per consumo di droga.

Uscito di galera scappo subito in argentina, dove credeva di essere al sicuro, Corrado Ferlaino, il presidente del Napoli minacciò di non farlo giocare mai più in nessuna squadra al mondo se non fosse tornato a giocare nel Napoli.



Maradona fu arrestato nuovamente in argentina, tradito e accusato da politici e giornalisti, ma continuamente difeso dalla massa popolare che l'ho amava e idolatrava, deluso dalla politica argentina dimostra in quel periodo di apprezzare la politica di Che Guevara e Fidel Castro, infatti si reca all'avana dove conosce Fidel e gli regala la su maglietta.


In settembre la giustizia ordinaria italiana gli infligge una pena di 14 mesi di prigione per possesso di stupefacenti, anche se Maradona non andrà mai in carcere per questo reato.
Un esposto depositato da due sindacalisti riguardo ai maxi stipendi dei giocatori del Napoli, partì un'indagine che portò all'accusa di evasione fiscale per Maradona, durante gli ultimi due anni di permanenza a Napoli, e per altri giocatori.

Conferma della paternità

Dato che l'argentino si rifiuta per tre volte di sottoporsi al test del DNA, il giudice Maria Lidia de Luca conferma la paternità nei confronti del figlio naturale Diego, autorizzando la Sinagra ad usare il cognome Maradona e obbligando il giocatore a pagare 4.000 dollari al mese: la sentenza verrà poi confermata nel 1995.

La cessione al Siviglia

Nel 1992, Bilardo, uno dei migliori allenatori argentini, vuole a tutti i costi riabilitare Maradona al calcio, e intraprende le trattative con la società azzurra, Ferlaino però non vuole cedere, ma costretto dalla sua cattiva condizione politica ed economica, e da pressioni della Fifa che vuole il ritorno di Maradona nei mondiali del 1994, cede Maradona al Siviglia.

Debutto con il Siviglia

Il 4 ottobre del 1992 debutta con il Siviglia, gioca poche partite e tenta di recuperare un po’ di forma fisica, viene nuovamente arrestato per guida pericolosa e ottiene molte sanzioni disciplinari per litigi con altri calciatori.

Il Siviglia fallisce la qualificazione per la Coppa UEFA, in 25 partite Maradona segna 5 gol e fa 12 assist. La sua esperienza sivigliana termina dopo solo una stagione.

Tornato anche nella Nazionale argentina come capitano, vinse, nel 1993, il trofeo Artemio Franchi, ovvero la coppa intercontinentale per nazioni (disputata, nella storia, per due volte; l'altra coppa fu vinta nel 1985 dalla Francia), superando la Danimarca vincitrice dei campionati europei nel 1992.

Il ritorno in Argentina

Nel 1993 decide di andar via da Siviglia e di tornare a giocare in argentina, va nel Newell's Old Boys, di Rosario, una squadra di secondo livello che non riesce ad ottenere nessun aiuto dal campione in declino.
Maradona decide di voler chiudere la sua carriera con una manifestazione di grande livello e e torna a giocare in nazionale.
Gioca le qualificazioni e riesce a dare un grande apporto alla squadra che arriva allo spareggio con l’Australia.
A Sydney, per gli spareggi di qualificazione ai Mondiali USA 1994 la partita finisce 1-1 e la rete argentina di Abel Balbo è propiziata da un cross di Maradona. Nel ritorno del 17 novembre al Monumental l'Argentina vince 1-0 qualificandosi per i Mondiali.

Aggressione ai giornalisti

Pochi mesi prima del Mondiale, un gruppo di giornalisti circonda la casa di Maradona: in tutta risposta l'argentino spara loro con un fucile ad aria compressa, venendo per questo condannato, anni dopo, a due anni di prigione con la condizionale e all'indennizzo dei giornalisti colpiti dagli spari.

I premi

Premiato come Miglior Calciatore Argentino di tutti i tempi.


Vince la Coppa Artemio Franchi con la nazionale argentina.


Ottiene il Pallone d'Oro alla carriera.

Ultima prtita con il Newell's

Gioca la sua ultima partita con il Newell's contro l'Huracán. Dopo 7 partite disputate, Maradona scioglie il contratto con il Newell's, recependo un milione e mezzo di dollari, la metà di quanto previsto dal contratto. In seguito si ritira per alcuni mesi dalle competizioni in attesa dei Mondiali in USA, tornando a giocare in Nazionale il 20 aprile.


Di nuovo positivo al doping

In attesa dei Mondiali per alcuni mesi Maradona si ritira dalle competizioni di club e torna a giocare il 20 aprile, in un'amichevole tra Argentina e Marocco che termina 3-1 per l'Argentina, con una rete di Maradona su rigore (dopo 1.255 minuti di gioco di "digiuno").


Ai Mondiali, iniziati a metà giugno, l'Argentina vinse 4-0 la prima partita a Boston contro la Grecia, in cui Maradona realizzò il terzo gol. Gli argentini vincono (2-1) anche la seconda partita contro la Nigeria ma ancora una volta l'esito positivo di un controllo antidoping ferma la carriera di Maradona, trovato positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. La FIFA lo espelle dal campionato e l'Argentina viene eliminata agli ottavi contro la Romania di Gheorghe Hagi.
Maradona si difende affermando che la positività al test è dovuta all'ingestione di una bevanda energetica, la Ripped Fuel non consentita e contenente efedrina, datagli dal suo allenatore personale in sostituzione della Ripped Fast, che in Argentina usava regolarmente e che era permessa dalla FIFA.


«Mi hanno ucciso quando volevo rientrare per dimostrare alle mie due figlie che posso lottare con dei ventenni. Nel paese della democrazia non mi hanno lasciato parlare, e non mi hanno permesso di dire ciò che sento. Con la mia uscita dal mondiale è uscito anche un intero paese e sono usciti anche quelli che mi vogliono bene. Avevo detto che la Fifa mi aveva tagliato le gambe. Adesso dico che mi ha finito di tagliare il corpo, mi ha ucciso»

La prima esperienza da allenatore

Nel 1994 si parla di Maradona come allenatore al Napoli, ma la prima esperienza come allenatore la ha con il Mandiyú di Corrientes, esperienza che dura soli due mesi, dopo di che rinuncerà all'incarico per uno scontro con la dirigenza della squadra.

Il ritorno in campo con il Boca Juniors

Allena il Racing Club Avellaneda rimanendo più di quattro mesi. Maradona lascia la conduzione tecnica quando l'allora presidente del Racing perde le elezioni per rimanere a capo della società.

Diego si sente di voler ancora giocare a calcio e l'ottobre del 1995 torna a giocare nella sua vecchia squadra del Boca Juniors, accolto dai tifosi con una grande festa
Gioca tutto il 1996 e nel 1997 sembra essere tornato in gran forma quando viene ritrovato positivo al doping, anche se questa volta ci sono dei sospetti di complotto.ù


Pallone d'Oro alla carriera. In attività non poté concorrere all'assegnazione del premio perché i calciatori non europei erano allora esclusi dalla competizione.
Premiato come "Maestro Ispiratore di Sogni" dall'Università di Oxford.
"Olimpia de Platino" al Miglior Calciatore del secolo.

La nascita di Jana

Nasce Jana, una bambina frutto della relazione dell'argentino con Valeria Sabalaín. Maradona, come già in passato, rifiuta di sottoporsi all'esame del DNA per cinque volte: il giudice Graciela Varela gli assegna la paternità, autorizzando la madre ad usare il cognome Maradona.

Il ritiro

Maradona si ritira dal calcio. Inizia un periodo ancora più difficile tra problemi di salute e il tentativo di incominciare nuove esperienze professionali.

Il ritiro dal calcio

Il 25 ottobre gioca la sua ultima partita nel Boca Juniors vincendo 1-2 fuori casa con il River Plate, ed il 30 decide di ritirarsi dal calcio, proprio nel giorno del suo trentasettesimo compleanno.

Il ritorno in Italia

Nel 1998 Maradona è in Francia come commentatore ufficiale di una televisione argentina, e torna per la prima volta in Italia dopo molti anni dove viene intervistato su RAI 1.

L'autobiografia

Durante una vacanza a Punta del Este (in Uruguay), deve essere trasportato d'emergenza nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale locale. Gli viene riscontrata una aritmia ventricolare e una crisi ipertensiva. Inizialmente i medici dichiararono di aver riscontrato danni al muscolo cardiaco e il suo rappresentante Coppola conferma che il ricovero è dovuto a ipertensione, ma in realtà le analisi del sangue e delle urine rilevano tracce di cocaina. Due settimane dopo Maradona viene dimesso e si reca a Cuba, dove rimane per qualche tempo, per iniziare un piano di riabilitazione e disintossicazione.

Maradona pubblica la sua autobiografia, intitolata Yo Soy El Diego (Io sono il Diego), che in Argentina diviene subito un bestseller.

Maradona pubblica la sua autobiografia, intitolata Yo Soy El Diego (Io sono il Diego), che in Argentina diviene subito un bestseller.

La maglia numero 10

Nel 2001 l'Asociación del Fútbol Argentino (AFA) chiese alla FIFA l'autorizzazione di ritirare la maglia numero 10 dell'Argentina in onore di Maradona, ma la FIFA respinse la richiesta.

Lo stadio Diego Armando Maradona

Il 26 dicembre 2003, l'Argentinos Juniors rinominò il suo stadio Stadio Diego Armando Maradona, in onore al campione argentino.

Nel chiudere il contratto con il suo procuratore Guillermo Coppola, inizia una causa chiedendo il pagamento di due milioni di dollari, riguardanti la scomparsa di soldi guadagnati anche grazie alla partecipazione ad alcune partite promozionali. Dopo il fallimento di varie udienze di conciliazione, Maradona decide nell'aprile 2008 di ritirare la querela.

L'infarto

Maradona viene ricoverato d'urgenza nella clinica Suizo-Argentina di Buenos Aires, questa volta per un infarto e una nuova crisi ipertensiva dovuti ad un'overdose di cocaina. Il respiratore artificiale viene rimosso il 23 aprile ma Maradona rimase in terapia intensiva fino a quando fu dimesso, il 29 aprile.

Ricovero in clinica

Entra nella clinica neuropsichiatrica "Del Parque" per iniziare un nuovo ciclo di disintossicazione: dopo 3 mesi cerca di ripartire per Cuba, ma la sua famiglia si oppose avendo ottenuto la responsabilità legale sulle azioni di Maradona.

La condanna per evasione fiscale

Tornato in Italia viene fermato da 70 finanzieri che gli notificarono una condanna per evasione fiscale. Una sentenza della Corte di Cassazione il 17 febbraio 2005 condanna il giocatore al pagamento di 31 milioni di euro che, nel maggio 2008 diventano 34 a causa degli interessi accumulati (circa 3.000 euro al giorno).

Nuovi problemi fisici e giudiziari

Maradona arriva a pesare 120 chili.
Si fa ricoverare in una clinica di Cartagena de Indias (Colombia) specializzata nelle cure contro l'obesità dove gli viene impiantato un bypass gastrico che gli permette di perdere più di 50 chili.

A causa di ritardi nel pagamento degli alimenti, all'inizio del 2005 Cristiana Sinagra da il via ad un procedimento volto al recupero del dovuto, che porta alla vendita all'asta di una proprietà di Maradona a Perito Moreno. Dopo una lunga serie di negoziazioni tra le parti, la vendita dell'immobile viene sospesa.

Alla fine dell’anno viene intentata una nuova causa per un nuovo sospetto figlio del calciatore. I genitori del ragazzo, chiamato Santiago, sarebbero Maradona e Natalia Garat, morta a causa di un tumore nel novembre del 2005 e alla quale l'argentino avrebbe elargito diverse somme di denaro. Maradona non ha mai però riconosciuto neanche Santiago.


La Guardia di Finanza italiana sequestra il suo compenso di 3 milioni di euro percepiti per la partecipazione al programma televisivo italiano Ballando con le stelle.

DS al Boca Juniors

Il 27 aprile 2005 fu nominato direttore sportivo del Boca Juniors.

Il ritorno a Napoli


Il 9 giugno 2005, in occasione dell'addio al calcio di Ciro Ferrara a Napoli, Maradona, dopo quattordici anni di assenza, fece ritorno nella città partenopea, dove il pubblico del San Paolo, anche a distanza di anni, gli riservò un'accoglienza di eccezionale calore ed entusiasmo.


Vicepresidente al Boca Juniors

Il 22 giugno 2005 Maradona tornò al Boca Juniors come vicepresidente, dopo una deludente stagione del Boca, coincisa con il centenario della squadra. Il contratto iniziò il 1 agosto 2005 e tra le sue prime decisioni assunse Alfio Basile come nuovo allenatore. Nel 2005 il Boca vinse i titoli: Apertura, Clausura, la Copa Sudamericana, la Copa Libertadores e la Recopa Sudamericana.

Maradona conduttore televisivo

Il 15 agosto 2005 debuttò come conduttore del programma televisivo argentino La Noche del 10 che fu molto seguito. In una puntata ospitò ed intervistò Pelè, il calciatore che gli contende la palma di miglior giocatore di ogni tempo. Altri ospiti furono Zidane, Ronaldo ed Hernán Crespo, Fidel Castro e Mike Tyson. Inoltre, durante una puntata incentrata sul tema dei talenti calcistici più promettenti dell'Argentina, tra i vari Messi e Agüero, spuntava anche Lavezzi,che in quel periodo giocava nel San Lorenzo.


L'accusa per lesioni

Viene accusato di lesioni lievi ai danni di una coppia, ferita dai vetri di una cabina telefonica alla quale era andato addosso con la sua jeep. Dopo averlo convocato con cinque citazioni, il giudice Gonzalo Rúa emana un ordine di "comparizione forzata" nei suoi confronti: per questo fermato all'aeroporto di Ezeiza e portato in tribunale dove gli viene notificato ufficialmente l'atto.

Contenzioso con il fisco italiano

Il 6 giugno 2006, in occasione della manifestazione di beneficenza "Giugliano Cuore", nell'omonima cittadina a nord di Napoli, fu coinvolto in una spiacevole situazione: fermato e accompagnato in caserma dalla Guardia di Finanza, gli furono pignorati due Rolex d'oro a seguito di un suo vecchio contenzioso con il fisco italiano (risultava infatti evasore fiscale per circa 31 milioni di euro).


La statua di Maradona

Il 26 agosto 2006 abbandonò la carica di vicepresidente del Boca per disaccordi con l'AFA, che scelse Basile come nuovo allenatore della Nazionale argentina.

Nel 2006, in occasione degli ottanta anni del Napoli Calcio, gli fu consegnato da Gennaro Montuori, detto "Palummella", il Pallone d'Oro come miglior giocatore della storia partenopea. L'ambito premio gli è stato assegnato in seguito ad un sondaggio che ha visto partecipare tutti i tifosi napoletani. Il Boca Juniors ha voluto inoltre onorare Maradona con un statua posta all'interno dello stadio Bombonera.

Problemi di salute

Maradona viene nuovamente ricoverato all'ospedale Güemes di Buenos Aires a causa di un'epatite dovuta all'eccesso di alcool, aggravata da un nuovo aumento di peso e dall'abuso di sigari cubani. Viene dimesso l'11 aprile, dopo circa due settimane.
Due giorni dopo un nuovo ricovero, questa volta nella clinica privata Madre Teresa di Calcutta di Buenos Aires, dove rimane fino al 21 aprile. In questa occasione Circolano alcune notizie riguardo alla sua morte che vengono smentite.

Nel luglio 2007, il narcotrafficante colombiano Hernando Gómez Bustamante, uno dei capi del Cartello 'Norte del Valle', poco prima di essere estradato oggi negli Stati Uniti, ha assicurato che, quand'era agli arresti a Cuba, dove è stato catturato nel 2004, ha dato 50.000 dollari a Diego Maradona affinché influisse sul governo de L'Avana per evitare che fosse deportato in patria.

Verso la fine del 2007 Maradona torna a far parlare di se come calciatore: sponsorizza e partecipa in prima persona, in Sudamerica, ad incontri amichevoli di Showbol tra ex stelle del calcio, che riscuotono un buon successo.

Ancora polemiche

Nel gennaio del 2008 il quotidiano britannico The Sun ha annunciato che Maradona, dopo quasi ventidue anni, ha chiesto scusa agli inglesi per il goal di mano segnato durante i Mondiali del 1986. Notizia poi smentita dallo stesso Maradona che protestò per un errore di traduzione da parte del giornalista che lo aveva intervistato.


Nello stesso mese Maradona ha donato la sua maglia numero 10 al leader iraniano Mahmud Ahmadinejad, scatenando le polemiche della comunità ebraica in Argentina.


CT della nazionale Argentina

Nel 2008 diventa allenatore della nazionale albiceleste, con l'obiettivo di portare la squadra ai mondiali in Sudafrica.

Maradona nuovo CT dell'Argentina

Viene nominato nuovo CT dell'Argentina, in sostituzione del dimissionario Alfio Basile. Come suoi collaboratori vengono nominati Carlos Bilardo, tecnico dell'Albiceleste ai Mondiali 1986, Héctor Enrique, campione del mondo nel 1986 quando passò la palla per il gol del secolo di Maradona, e Alejandro Mancuso.

La prima partita

La prima partita della sua gestione viene giocata il 19 novembre del 2008 a Glasgow contro la Scozia e vinta per 1-0.

La sconfitta più pesante

Il 28 ottobre 2008 viene nominato nuovo C.T. dell'Argentina, dandone l'annuncio di persona, in sostituzione del dimissionario Alfio Basile. Come suoi collaboratori vengono nominati Carlos Bilardo, tecnico dell'albiceleste ai Mondiali 1986, e Pedro Troglio, ex giocatore di Lazio, Verona e Ascoli. La prima partita della sua gestione è stata giocata il 19 novembre del 2008 a Glasgow contro la Scozia e vinta per 1-0. Il 1 aprile 2009 l'Argentina subisce però la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazioni mondiali, crollando 6-1 con la Bolivia, penultima in classifica.

Gli orecchini di Maradona

Durante un soggiorno a Merano, gli vengono pignorati due orecchini del valore di 4.000 euro.

Qualificazione al secondo turno

La Nazionale riesce a guadagnare la qualificazione per il torneo all'ultima giornata del girone battendo l'Uruguay a Montevideo il 14 ottobre 2009. Dopo la partita Maradona si scaglia contro i giornalisti, colpevoli di aver messo in dubbio le sue qualità di allenatore. La FIFA lo squalifica per due mesi.
Approva la decisione di realizzare un film sulla sua vita, e partecipa alla realizzazione del film tifosi con una comparsa.


Riceve dalla AFA il premio come miglior sportivo del secolo in Argentina.
Il suo slalom del 1986 contro l'Inghilterra è scelto come miglior gol della storia del calcio.

Mondiali in Sudafrica

Dopo un inizio mondiale travolgente, grazie a quattro vittorie consecutive, il 3 luglio 2010 conclude malamente il mondiale 2010 alla guida della nazionale argentina che viene sconfitta 4-0 dalla Germania nei quarti di finale.
Parte della stampa argentina gli rimprovera una cattiva conduzione della squadra. «Si faccia a Maradona un monumento come miglior giocatore del nostro calcio, ma basta sfruttare la sua figura o che egli sfrutti questo suo merito per trasformarsi in un dinosauro da museo [...] Gli si faccia una gran festa e poi vada a scrivere le sue memorie [...] Se continuiamo così, finirà che diventerà rettore della Facoltà di filosofia o presidente della Nazione»

Luci e ombre

Dopo l'esperienza con la nazionale Maradona continua la sua vita fatta di alti e bassi, ma rimane sempre un personaggio unico.

Il ricovero a Dubay

Dopo la vittoria per 7-1 contro l'Al-Ahli Club, Maradona viene ricoverato a Dubai per lievi complicazioni di calcoli renali. Viene dimesso dall'ospedale il 16 gennaio.

La nascita di Fernando

Dalla relazione con Veronica Ojeda nasce Diego Fernando, quinto figlio riconosciuto da Maradona. Il Pibe de Oro trascorre i mesi precedenti alla nascita a Dubai, lontano da Veronica. La donna ha problemi con le altre figlie di Diego, Dalma e Gianinna, e con l'ex moglie Claudia Villafane. Un litigio tra le donne, anche via Twitter, finisce in tribunale. I giudici emettono una sentenza di restrizione nei confronti di Claudia: non può avvicinarsi a meno di 300 metri dall'abitazione di Veronica e a meno di 100 metri da lei.

In visita a Napoli

Maradona, in visita a Napoli, firma un'istanza di autotutela che documenta come non ha mai ricevuto la notifica dell'accertamento fiscale che quindi, secondo i legali, non esiste. In conferenza si dichiara innocente dalle accuse di evasione per la cifra di 6 milioni + 34 di interessi e sanzioni, addossando le colpe ai suoi procuratori (Coppola e Franchi) e ai dirigenti del Napoli che firmavano i contratti all'epoca (Ferlaino, Gallo ed Ellenio), dichiarando di voler incontrare il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ringraziando Fabrizio Miccoli per aver acquistato il suo orecchino pignorato con l'intento di restituirglielo.

Intervistato da Fabio Fazio

Maradona, a Milano per presentare una collana di dvd celebrativa della Gazzetta dello Sport, in albergo riceve la visita dei funzionari di Equitalia che gli notificano un avviso di mora da oltre 39 milioni di euro.

Due giorni dopo alla trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio, si è esibisce in un colorito gestaccio verso Equitalia dichiarando: "Non sono un evasore e lo dico senza problemi a Equitalia. Si occupino di chi ha firmato i contratti, di Coppola o Ferlaino, che oggi possono girare indisturbati. A me invece tolgono gli orecchini, gli orologi. Oggi però non ce l'ho. Mi hanno cercato degli sponsor offrendosi di pagare il mio debito per farsi pubblicità, io ho rifiutato perché non sono un evasore. Voglio la verità. Chi si fa pubblicità sono quelli di Equitalia che vengono da me. Ma hanno un altro lavoro, il loro lavoro non è Maradona. Io non mi nascondo".

Equitalia sospende i pignoramenti

Il 31 maggio 2014, Equitalia decide la sospensione dei pignoramenti presso terzi delle somme di cui Maradona risulta creditore in Italia.

L'omaggio di Paolo Sorrentino

Il regista Paolo Sorrentino inserisce nel suo film ‘Youth’ un omaggio struggente al grande calciatore, oramai invecchiato.